Museo Antropologico del Danzatore
M.A.D.
“Quello che vedi non rivelarlo a nessuno.
Resta nell’immagine.”
dai responsi dell’oracolo di Dodona
In MAD i danzatori/attori sono protagonisti del proprio capitolo fisico.
I corpi stanno in uno spazio protetto, un luogo a metà tra una teca e una serra dove il pensiero creativo è esploso.
Ogni capitolo offre una detonazione.
Ogni capitolo è un tentativo d’ esposizione, un pezzo unico.
Ogni performer è isolato nel proprio micromondo, con un velo plastico che fa da diaframma, protezione e lente d’ingrandimento del proprio immaginario esploso.
Li accomuna un disegno sonoro che come una preghiera laica fa da sottofondo, creando una partitura orchestrale da cui emergono le parole, i canti e i suoni di ogni teca.
Un museo fatto di storie di uomini e donne che hanno dedicato il loro corpo al lavoro sacro della Danza.
Lo spettatore è invitato a stare in questo esperimento antropologico di studio di materiale umano d’artista.
Il concetto di Danza che anima la poetica di Balletto Civile è profondamente intriso di una ricerca sulla drammaturgia fisica che unisce forma e intenzione. Attingere ad un immaginario poetico dove il corpo del danzatore diventa veicolo d’urgenza espressiva e quasi naturalmente trasforma la poesia in immagine contemporanea.
Il pubblico, uscito da questa emergenza frastornato e bisognoso di bellezza, potrà tornare a vedere un corpo da vicino, a percepirne il calore, l’energia e la forza espressiva.
Balletto Civile torna a donare i corpi allo sguardo. Il Tutto ha bisogno di essere Altrove, la danza è entrare in un altro mondo, per noi non è il momento di costruire rappresentazioni ma di decostruire la forma mimetica a favore di una forma simbolica. Per noi ora il corpo del danzatore si fa tramite del cambiamento e il suo è un atto di per se’ di trasformazione, come sempre tra le righe delle nostre parole e nel sudore dei nostri corpi.
Guardate questo spettacolo come dei giganti, ci avete tra le mani, la nostra casetta d’arte è fragile e ci separa da voi solo una parete sottile, ci colga con amore e sia lieve il vostro sguardo.
Scarica la scheda spettacolo
PROGETTO VIDEO M.A.D
Progetto speciale
M.A.D. è uno spettacolo nato durante il lockdown.
L’obiettivo di questa creazione era trovare una modalità di tornare a danzare dal vivo, di mostrare nuovamente i corpi di una comunità ad un’altra comunità.
L’invito era quello di osservare molto da vicino ogni casetta in cui l’immaginario dell’interprete letteralmente esplode.
Per questa edizione del festival, che non potrà svolgersi dal vivo, abbiamo deciso di creare un progetto speciale a partire dallo spettacolo utilizzando il mezzo del video per continuare il nostro scavo all’interno di ognuno dei capitoli, approfondendo ancora di più l’esperimento antropologico di questo studio di materiale umano d’artista.
Per ogni teca verrà realizzato un micro-film.
L’esperienza non sarà osservare dal vivo la trasformazione di ogni performer, ma entrare nel suo micro-mondo assistendo a ciò che il video rende possibile.
Un’immersione da vedere in cuffia dei diversi personaggi, dei loro pensieri, delle loro detonazioni immaginifiche.
Entra nella Black Room.
Estratto della visione d’insieme di 15 minuti
Ogni capitolo ha un suo link, scegli e guarda.
Entra nella White Room.
Visione di ognuna delle singole casette.
Black Room
White Room
ideazione
Michela Lucenti
Collaborazione Creativa
Maurizio Camilli, Emanuela Serra, Alessandro Pallecchi
Disegno Sonoro
Guido Affini, Tiziano Scali
Produzione
Balletto Civile
Coproduzione
Oriente Occidente Dance Festival, Festival Fisiko!,
Associazione Ultimo Punto/Festival artisti in piazza, Festival Pennabilli
Con il sostegno di
MIBACT
Foto
Andrea Luporini